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L’Aferesi – 3000 anni di storia nella lingua napoletana

L’aferesi nella lingua napoletana: l’evoluzione e l’utilizzo dell’accento nel cosiddetto ‘dialetto’ partenopeo.

Quante volte ci è capitato di storcere il naso leggendo qualche cartellone pubblicitario o qualche insegna di un negozio o qualche menù di un ristorante, i cui “ideatori”, simpaticamente, intendevano comunicare un qualcosa in lingua napoletana ma piazzando quel segno nel posto sbagliato, non facevano altro che rinnegare 3000 anni di storia?!

Come è usato l’apostrofo nella lingua napoletana? – Ilnuovosud.it

L’AFERESI (dal greco “aphairéo” = “sottrarre” e poi dal latino “aphaeresis”), è indicata in grafia con il segno dell’apostrofo (elisione) posto a sinistra della parola e sta ad indicare proprio la caduta di un suono iniziale. Nella lingua napoletana, troviamo l’aferesi applicata soprattutto negli articoli determinativi, la cui evoluzione diacronica (ovvero lo sviluppo di una lingua nel tempo) parte principalmente dagli accusativi latini (ILLUM-ILLUD-ILLAM-ILLAS…) che passando attraverso il latino del volgo, giungono nel napoletano “antico” (LU/LO, ecc) e poi nel napoletano attuale proprio con l’aferesi (‘A, ‘O, ‘E).

Nell’immagine elaborata che funge da esempio (tratta da slide che utilizziamo nelle scuole medie inferiori), possiamo vedere l’articolo determinativo maschile ‘O, come è evoluto nel tempo, partendo, in tal caso, dalle declinazioni (-UM, -IUM) della lingua osca (una delle lingue che contribuì a formare il latino arcaico). Stesso discorso vale, ovviamente per gli altri articoli compreso il neutro (altra particolarità che accomuna la lingua latina alla lingua napoletana), ma tutti i particolari e gli approfondimenti saranno oggetto di studio ai corsi. Troviamo l’AFERESI applicata anche ai pronomi dimostrativi napoletani CHISTO/U-CHESTA-CHESTI-CHISTE in ‘STU-‘STA-‘STI-‘STE, nonché a tanti altri sostantivi (‘Onna Rosa, ‘o ‘mericano, ecc…).

Un apostrofo dunque, che ha millenaria origine. RISPETTIAMOLO! Il segno dell’aferesi va collocato sempre PRIMA e ci racconta la storia di una lingua e di un popolo…se lo collochiamo a destra (o peggio ancora non lo collochiamo per niente o sopra come accento) commettiamo una grossa ingiustizia all’evoluzione della lingua napoletana.

Redazione

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