Recentemente, la riscossione del canone è stata collegata alla bolletta elettrica, riducendo l’evasione. Tuttavia, nuove polemiche sono sorte quando le aziende hanno iniziato a ricevere lettere di riscossione per dispositivi.
Uno degli argomenti più dibattuti in Italia è il Canone Rai. Per anni, molti italiani hanno cercato di evitare questo pagamento, causando un danno economico significativo alla rete di Stato.
La richiesta di pagamento del canone per i tablet aziendali trova fondamento nel Decreto Regio del 1938, che prevede il pagamento del canone per qualsiasi dispositivo in grado di ricevere segnali radiotelevisivi.
Nonostante il decreto sia chiaramente obsoleto, esso è ancora in vigore e viene utilizzato per giustificare queste richieste di pagamento.
Molte imprese criticano apertamente le modalità con cui viene gestita questa imposta sostenendo ingiustizia nelle richieste avanzate dalla RAI considerata l’utilizzo prettamente professionale dei dispositivi oggetto della controversia mentre altri difendono la necessità d’un contributo obbligatorio indipendentemente dall’utilizzo effettivo degli apparecchi.
Secondo quanto riportato da Investireoggi.it, molte aziende stanno ricevendo lettere di riscossione del Canone Rai per i loro tablet aziendali. Questa richiesta si basa su una normativa che prevede il pagamento del canone non solo per i televisori tradizionali, ma anche per tutti quei dispositivi capaci di trasmettere contenuti radiotelevisivi. Questo include smart TV, tablet e smartphone.
Le aziende coinvolte devono pagare un canone speciale di 346 euro annui per ogni dispositivo in grado di ricevere segnali radiotelevisivi. Questo ha portato molte aziende, che utilizzano i tablet esclusivamente per motivi lavorativi e non per guardare la TV, a contestare questa richiesta.
Numerose società operanti in vari settori come l’edilizia, l’informatica il commercio e la distribuzione hanno segnalato aver ricevuto lettere dalla Rai. Sostengono che la richiesta sia ingiusta poiché i loro dispositivi non vengono utilizzati con scopo ricreativo ma strettamente lavorativo.
Per le aziende che non utilizzano propri dispositivi con scopo ricreativo è possibile disdire il Canone inviando una dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate specificando l’uso dei dispositivi esclusivamente lavorativo.
Anche privati possono chiedere esenzioni se dimostrano la mancanza dei requisiti necessari al riconoscimento dell’obbligo contributivo compilando apposito modulo disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate entro termini stabilititi.
L’inclusione nella normativa attuale dei modernissimi strumentidi comunicazione come tablet e smartphone solleva questionamenti sull’adeguatezza della legge rispetto alle tecnologie contemporanee evidenziando l’urgenza d’interventi legislativi mirati ad aggiornarla.
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